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giovedì 5 giugno 2008

Spero o dispero? Una fotografia italiana

Su Agenda Comunicazione.it


un'interessante intervento di risposta di Gianfranco Sansalone ad una richiesta d'assunzione.

La fotografia che ne esce è tutta italiana, ma non solo in ambito giornalistico ma in ogni campo di impiego.

Certo è la fotografia di una Italia che non avrebbero voluto lasciarci i nostri genitori ma con cui noi ora dobbiamo fare i conti.

Il "nostro" investimento in cultura, in preparazione, nel saper fare ci spinge a vivere "di speranza dell'occasione", anche a correre il rischio di doversi accorgere che alla fine si vive di-sperati.

Il quadro che emerge è il giovane Amedeo che chiede lo spazio di mostrare che esiste ed è capace di lasciare anche la sua impronta, dall'altro la garbata esperienza di chi ne ha viste troppe e spera che ci sia qualcuno che possa fare qualcosa al suo posto, in mezzo i raccomandati di sempre che sanno bene cosa vendere ed a chi venderlo.

Intorno un mondo di onesti che resta solo a guardare.

Riporto i passi salienti delle due corrispondenze, alla fine trovate il link al testo integrale .

LETTERA AL DIRETTORE DI UN ASPIRANTE GIORNALISTA.

Caro Direttore,mi chiamo Amedeo F. M. e sin da bambino sognavo di fare il giornalista. Oggi, dopo sette anni di collaborazioni gratuite o sottopagate con testate di vario genere ... sono qui a interrogarmi sul mio futuro.

Vorrei essere assunto ... e questa richiesta... nella migliore delle ipotesi è considerata sfacciata.

... stage già ne ho fatti due, uno dei quali si è risolto in una bolla di sapone...

D'altro canto ho avuto modo di incontrare, lungo il mio cammino, figli o nipoti di editori (due), direttori (uno), caporedattori (una), sindacalisti (uno), top manager di case editrici (uno) e addirittura stiliste (una), per non parlare di ex vallette televisive, i quali, tutti a un'età più precoce della mia, si son trovati con un contratto di tutto rispetto sulla scrivania senza avere alle spalle neanche un giorno di gavetta, mentre io dopo un migliaio di articoli pubblicati gratis o quasi sono ancora al punto di partenza.

Oggi mi trovo, a 24 anni, con una vita passata a inseguire un sogno e senza nessuna certezza per il futuro. Ciò che mi fa più arrabbiare è che ho investito tutte le risorse intellettuali nell'inseguimento di questo sogno.

Benché non sia completamente pentito delle scelte che ho fatto, perché ritengo che seguire le proprie inclinazioni - per il caso di specie oserei dire la propria vocazione - non possa mai essere considerato un peccato, sono enormemente deluso e perplesso ...

Ora come ora mi sento, dunque, quasi totalmente impotente, ma avverto la necessità, il dovere di perseverare. Se non dovessi riuscire nel mio intento almeno non avrò il rimpianto di non averci provato.

Sono disposto al trasferimento in qualsiasi parte d'Italia, anche per contratti di breve durata, purché mi sia data la possibilità concreta di essere messo alla prova. Sono altresì disponibile per corrispondenze e collaborazione esterne di qualsiasi natura... sono disponibile a imparare e soprattutto, per crescere, a mettermi in gioco.

La risposta del direttore

Penso che già quando Gutenberg assunse i suoi aiutanti, nella metà del '400, per stampare la prima Bibbia con i caratteri mobili, non prese quelli che avrebbe voluto lui, ma probabilmente gente raccomandata dal potente banchiere Johannes Fust e dal suo genero Peter Schoeffer, il primo finanziatore e il secondo assistente del tipografo-inventore, che come tutti sanno morì in miseria grazie a questi due signori che lo portarono alla rovina appropriandosi di tutto...

... Bravo.Evidentemente all'aspirante giornalista Amedeo F. M. non mancano professionalità, intraprendenza, spirito di iniziativa. E neanche mestiere, di cui fa parte la capacità di indagare: e sì, perché con questa lettera Amedeo ha alzato il tiro: la sua disperata richiesta, non mi è arrivata in redazione, come al solito, ma al mio indirizzo privato, quello di casa. Un'operazione di "direct mailing" che – viste le modalità di cui sopra - deve aver coinvolto decine o centinaia di direttori di testate italiani: agenzie, periodici, quotidiani, radio, tv, mezzi online. Come abbia trovato gli indirizzi privati di tanta gente, di tanti professionisti che molti pensano siano irraggiungibili, non è difficile immaginarlo. Un bravo giornalista, ci può riuscire abbastanza facilmente. Questa operazione di marketing – sempre ammesso che sia questa la sua reale portata e che sia davvero tutta farina del suo sacco – meriterebbe da sola un'assunzione.

Ma la notizia è un'altra.

Con questa lettera ha alzato il tiro a nome e per conto di una generazione che non ce la fa più. Non regge una situazione che fa acqua da tutte le parti: che ti ammalia con le sirene ...

Quello che posso fare io è lanciare due appelli.Il primo: se qualcuno può, lo convochi e lo provi questo ragazzo.

Il secondo: purtroppo al momento noi siamo al completo e io non sono un ufficio di collocamento.

Non scrivetemi anche a casa per favore.

Aumentate solo le mie inquietudini.

Gianfranco Sansalone




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